Imaging Technology

Bilanciare online e offline: un approccio ibrido alla tecnologia didattica

Il biennio di pandemia ci ha dimostrato che l’apprendimento da remoto è destinato a rimanere in qualche forma anche in futuro.

approccio ibrido alla tecnologia didattica

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Sebbene la maggior parte degli studenti sia tornata a scuola, esistono alcuni casi in cui la didattica a distanza è la norma, sia che si tratti di sessioni ‘one-to-one’ con insegnanti di supporto o di formazione rivolta a soggetti fragili. Gli ultimi anni hanno, inoltre, messo in luce come l’accesso alla tecnologia possa anche rappresentare un ostacolo per chi dispone di risorse economiche limitate. È anche vero che la pandemia e le successive chiusure hanno contribuito ad accelerare il progresso nella tecnologia didattica o 'Ed-Tech', che però, in alcuni casi ha anche amplificato il divario digitale che esiste nelle comunità di tutto il mondo.

Sono gli studenti più giovani quelli più colpiti dalle interruzioni dell’istruzione. Mentre chi ha accesso regolare a internet può adattarsi imparando online, le disuguaglianze digitali rendono difficile l’apprendimento per molti altri. A livello globale, l’accesso a internet è tutt’altro che diffuso, e anche per chi ha la possibilità di accedere alle lezioni online, qualità e livello del coinvolgimento sono difficili da replicare, soprattutto per gli studenti più piccoli. Per esempio, uno studio condotto nel 2020 sulle famiglie a basso reddito negli Stati Uniti ha rivelato che il 59% ha affrontato barriere online, quali il dover accedere da uno smartphone, non possedere un dispositivo adatto o avere una connessione instabile.

Sebbene il ritorno a un lockdown globale sia per il momento improbabile, creare resilienza in vista di future interruzioni rappresenterebbe una mossa sensata per evitare sospensioni dell’istruzione su larga scala. Se il ‘digital divide’ non viene affrontato, il divario aumenterà, aggravando le attuali disuguaglianze.

Quando si parla di ‘Ed-Tech’, è essenziale che scuole e insegnanti incoraggino l’inclusione digitale e adottino gli strumenti e le innovazioni più avanzati. Mentre le tecnologie progrediscono e sono sempre più disponibili, è importante che gli istituti scolastici non amplifichino inavvertitamente il ‘digital divide’ esistente. Le istituzioni accademiche dovrebbero, piuttosto, considerare un mix di soluzioni disponibili o un lavoro “ibrido”. Piattaforme come Google Classroom possono fare molto per bilanciare il divario tra fisico e virtuale per supportare con successo i risultati degli studenti.